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Il Comitato Direttivo della Sezione di Trapani del Movimento Federalista Europeo, riunitosi nei locali sociali per esaminare lo stato di avanzamento del processo di integrazione europea;
avuta notizia della recente strage di migranti nel Mediterraneo, nei pressi dell’isola di Lampedusa;
ritenuta l’estrema gravità dell’evento, che si colloca ancora una volta nella colpevole sequenza per cui da tempo perdono tragicamente la vita migliaia di persone che fuggono disperate dai loro Paesi verso l’Europa, per sottrarsi ad un oscuro futuro, troppo spesso consistente in permanenti guerre e guerriglie, brutali governi dispotici, orribili atti terroristici, ripetute carestie e profonda miseria;
considerato che tutti i veri democratici d’Europa, e ancor più i federalisti europei, di là dalla ferma condanna delle organizzazioni criminali che sfruttano cinicamente i flussi migratori verso l’Europa, non possono ora evitare di riesaminare, ancora una volta, le attuali politiche di emigrazione dei governi europei, e in particolare dell’Italia, senza tralasciare peraltro le necessarie premesse di ordine morale e nel totale rispetto dei diritti dell’uomo;
ricorda quindi anzitutto
– che qualsiasi misura di ordine politico sia adottata dalle autorità di governo dei Paesi europei in materia di emigrazione, essa non può ignorare il superiore valore della vita e della dignità umana, che vanno preservate in assoluto, senza cedimenti a chiusure di natura culturale che mascherano soltanto egoismi di parte, e che le vorrebbero condizionate a valutazioni diverse a seconda delle varie appartenenze nazionali, in ciò riproponendo, scopertamente o subdolamente, sorpassate e pericolose ideologie di pretese inferiorità delle etnie dei popoli “altri” rispetto in particolare all’Occidente;
– che la pervicace ostinazione dei governi nazionali d’Europa – Italia compresa – a voler ritenere le politiche dell’immigrazione come una competenza sostanzialmente nazionale, attribuendo alle autorità comunitarie come la Commissione e il Parlamento europeo un limitato ambito complementare e residuale, ha finito nei fatti con il relegare la fascia meno ricca e meno istruita di coloro che intendono emigrare in Europa, in una classe di non-persone diversa da tutti gli altri, priva dei principali diritti umani e sottoposta ad odiosi ricatti e ingiusti trattamenti di polizia;
– che le sbandierate ragioni politiche ed economiche che sono spesso poste a base ad esempio delle politiche nazionali di respingimento nei confronti di coloro che vengono etichettati come “sans papiers” o ancor più spregiativamente come “clandestini”, platealmente ignorano il fatto indubitabile che prima di acquisire lo status di cittadini nazionali si è uomini e donne di questo pianeta, senza distinzioni di appartenenza a Stati, etnie o nazioni;
tutto ciò premesso, ritiene ancora
– che in via di principio non si debba negare a qualunque cittadino del mondo il diritto di emigrare in altri Paesi ed ivi costruire la propria vita, partecipando con pari diritti e dignità dei cittadini “nazionali” alla nuova società dallo stesso liberamente scelta;
– che d’altronde la storia ci insegna che non sono valsi muri, steccati o impedimenti di sorta a bloccare le migrazioni dei popoli nei secoli, ma che anzi da tali “contaminazioni” è sorto poi un complessivo arricchimento della società fino alla nascita di nuove civiltà, come ad esempio è accaduto ieri per l’Europa medioevale e successivamente con gli Stati Uniti caratterizzati da un melting pot alla lunga rivelatosi benefico;
– che proprio l’Europa, già descritta dalla Convenzione Europea nel preambolo della prevista Costituzione per l’Europa, poi colpevolmente non entrata in vigore nell’Unione, come “spazio privilegiato della speranza umana” che intende “operare a favore della pace, della giustizia e della solidarietà nel mondo”, non può oggi sottrarsi impunemente a tale compito e a tale missione che essa stessa e la storia si sono dati;
reputa di conseguenza necessario
1. che l’Unione Europea si doti democraticamente di una sua propria politica dell’immigrazione, ispirata ai suesposti principi, che superi definitivamente il criterio per cui le politiche dell’immigrazione restano nell’esclusiva potestà dei governi nazionali, i quali si sono dimostrati ampiamente incapaci di gestire il fenomeno in concordanza con i superiori diritti dei migranti rispetto alle pretese degli Stati;
2. che in particolare il governo italiano cessi di richiamare periodicamente e ipocritamente l’intervento dell’Europa in tale materia, dipingendola come un’entità ignava ed estranea all’Italia, quando è proprio l’Europa intergovernativa dei Consigli europei, con la presenza e il concorso dei ministri italiani e la politica nazionale dei respingimenti e dei centri di espulsione, che ha contribuito sinora a voler mantenere su tale materia l’assurda ed incivile esclusione di un’autorità europea democratica, autonoma e al di sopra degli Stati, che risulti aperta all’accoglienza e all’integrazione dei cittadini di altri Paesi;
3. che ci si adoperi invece al più presto, piuttosto che a reiterare la richiesta di affidare nuove politiche di contrasto con la forza ad un riformato e rafforzato Frontex, ad istituire un percorso pubblico umanitario verso i principali Paesi dell’Unione, Italia compresa, che possa spezzare il triste e cinico mercato di migranti, e dare a coloro che vogliono venire in Europa la possibilità di giungervi autonomamente e liberamente, al più secondo quote annuali ragionevoli e modalità non vessatorie;
4. che venga riformata la politica della cittadinanza degli Stati membri dell’Unione, nel senso di dare più rilevanza alla residenza in un qualsiasi Paese dell’Unione e all’adesione agli aspetti cosmopolitici della cittadinanza, fino ad una significativa facilitazione nelle procedure di concessione della cittadinanza nazionale e alla possibilità di pervenire all’acquisizione della cittadinanza europea indipendentemente dalla cittadinanza nazionale;
indica
per la realizzazione di una nuova politica europea dell’immigrazione e della cittadinanza, la progressiva creazione di una Federazione Europea e l’abbandono dell’Europa intergovernativa che tanti danni ha portato e ancora porta al processo di integrazione europea;
affida
alla sensibilità e alla buona volontà di tutti i sinceri democratici d’Europa l’obiettivo di dar corpo senza ulteriori indugi ad una svolta decisiva in senso genuinamente federale alla costruzione dell’unità europea, nell’auspicio fra l’altro che l’elezione europea e il semestre italiano di presidenza dell’anno venturo possano essere i momenti trainanti di un rilancio significativo e duraturo del progetto europeo di unificazione politica del continente.
Trapani, 4 ottobre 2013
IL COMITATO DIRETTIVO DELLA SEZIONE MFE DI TRAPANI